sábado, 22 de maio de 2010

Vita artificiale, il Vaticano: «Non è vita»

MILANO - «Un ottimo motore ma non è la vita»: così l'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, commenta la creazione della prima cellula artificiale in grado di autoreplicarsi da parte dell'equipe del biologo americano Craig Venter, primo "mappatore" del genoma umano. Quella del mondo cattolico è una reazione di apertura, seppure con molte cautele. «Al di là dei proclami e dei titoli di giornale - scrive il quotidiano vaticano - è stato ottenuto un risultato interessante. Ora si tratta di unire al coraggio la cautela». L'Osservatore parla di «lavoro di ingegneria genetica di alto livello, un passo oltre la sostituzione di parti del Dna. Ma in realtà - aggiunge - non si è creata la vita, se ne è sostituito uno dei motori. L'ingegneria genetica può fare del bene - prosegue il giornale vaticano -, basti pensare alle possibilità di curare malattie cromosomiche. Si tratta di unire al coraggio la cautela: le azioni sul genoma possono, si spera, curare, ma vanno a toccare un terreno fragilissimo in cui l'ambiente e la manipolazione giocano un ruolo che non deve essere sottovalutato».
OBAMA - Da Washington la reazione è improntata alla massima prudenza: il presidente Obama ha chiesto alla commissione per lo studio della bioetica di avviare con la massima urgenza ricerche sulla cellula artificiale per «studiare i benefici potenziali per la salute, la sicurezza e altri settori e identificare gli appropriati confini etici e i rischi identificabili, cercando il modo per minimizzarli». Il presidente ha chiesto alla commissione di «esprimere raccomandazioni sulle azioni che il governo dovrebbe avviare per consentire agli Stati Uniti di sfruttare i benefici di questo settore della scienza in evoluzione». Il New York Times venerdì aveva anticipato la notizia, sottolineando che Obama ha espresso «timori autentici». I risultati dovrebbero arrivare sul tavolo del presidente Usa tra sei mesi.
BAGNASCO - Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aveva anticipato la posizione ufficiale della Chiesa definendo la creazione della cellula artificiale «un ulteriore segno della grande intelligenza dell'uomo». «Non conosco i termini precisi della questione - ha spiegato il cardinale, a Torino per visitare la Sindone -, ho letto solo i titoli sui giornali, ma certamente questo è un ulteriore segno dell’intelligenza, dono di Dio per conoscere meglio il creato e poterlo meglio ordinare». «D’altra parte - ha sottolineato Bagnasco - l'intelligenza non è mai senza responsabilità, quindi ogni forma di intelligenza e ogni acquisizione scientifica deve sempre essere commisurata alla dimensione etica, che ha a cuore la dignità vera di ogni persona nella prospettiva del creato».

http://www.corriere.it/
blogdoaleitalia

1 Comentário:

a più voci disse...

Una mia riflessione.
Sarà interessante vedere se questi nuovi batteri artificiali, capaci di riprodursi, avranno una evoluzione genetica similare o diversa di quelli naturali. Il Cardinale Bagnasco ha parlato di intelligenza come dono di Dio, riferendosi probabilmente anche alla RAZIONALITA’ (che viene usata spesso dai cristiani, per dire che Dio ha fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza, proprio per la razionalità). Se fosse vero questo, anche gli ipotetici organismi discendenti da questi batteri artificiali dovrebbero avere, prima o poi, la stessa nostra razionalità. E qui non sono tanto d’accordo.
Antonio Damasio, uno dei più grandi neuroscienziati viventi, ha affermato, in un suo libro tradotto in 19 lingue, che l’errore di Cartesio è stato quello di non capire che la natura ha costruito la razionalità umana, non sopra la regolazione biologica, ma a partire da questa e al suo stesso interno. Da qui ne scaturisce una costruzione progressiva della RAZIONALITA’ che si evolve con le esperienze. Questo viene confermato dal fatto che molti principi di meccanica quantistica e la stessa relatività ristretta di Einstein non vengono compresi razionalmente, ma ACCETTATI o meglio SUBITI sia per il formalismo matematico e sia per essere verificati sperimentalmente. La nostra razionalità non avendone mai fatto esperienza, infatti non li comprende. La razionalità si serve della matematica e della logica, ma non coincide con esse.
Nulla esclude che organismi che hanno avuto esperienze diverse da noi e dai nostri antenati, raggiungano una diversa razionalità capace di intuire senza sforzo anche i concetti di meccanica quantistica, se ne faranno precoce esperienza.
Tutto questo anche per confutare la presunzione di molti atei. Se l’uomo non ha mai fatto esperienza di Dio (ammesso che esista) come farebbe a comprenderlo con la sua razionalità (frutto di progressive esperienze evolutive)?
Gli ATEI, inconsapevolmente, presuppongono che la razionalità, di cui tanto si vantano, sia caduta dal cielo (come per virtù dello SPIRITO SANTO), e poi pretendono di negare l’esistenza di DIO con la stessa razionalità. Non è così. Noi abbiamo una nostra razionalità umana frutto della nostra particolare evoluzione, che è sempre condizionata dalle limitate esperienze fatte.

Ora, se ammettiamo la sua esistenza, possiamo conciliare evoluzionismo e creazionismo, con la teoria che Dio ha progettato i mattoni dell'universo (le stringhe) in un numero limitato e particolare, insieme a delle leggi fisiche come il NON LOCALISMO, in modo tale che l'evoluzione dal BIG BANG, pur essendo relativamente libera e casuale, avesse dei VINCOLI. Questi vincoli presupponevano che fosse PRATICAMENTE CERTO che, prima o poi, in uno dei 10 elevato a 500 universi paralleli (multiuniverso a 11 dimensioni secondo la M-TEORIA) si sviluppasse un organismo dotato di intelligenza e razionalità.

Per cui Dio non ha programmato le singole evoluzioni o mutazioni genetiche (ora anche l'uomo con il suo libero arbitrio le modifica); ma l'uomo era lo stesso nel progetto, veramente intelligente, di Dio. Un Dio che ci trattasse come dei burattini o come componenti di un videogioco programmato, non mi sembra tanto intelligente; e qualcuno come Craig Venter potrebbe illudersi di essersi sostituito a lui, creando una cellula artificiale. Invece anche l'azione dell'uomo nel poter creare nuove forme di organismi viventi rientra sempre nel progetto complessivo di Dio. E si superano così anche le apparenti contraddizioni tra fede cristiana e biologia.

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